Il 26 luglio la Chiesa celebra Sant’Anna e San Gioacchino, i genitori della Vergine Maria. Due figure centrali nella storia della salvezza, eppure assenti dai Vangeli canonici. La loro vicenda ci arriva da antichi testi apocrifi, in particolare dal Protovangelo di Giacomo, e racconta una storia di dolore, fede e miracolo.
La coppia sterile e la cultura del pregiudizio
Secondo la tradizione, Anna e Gioacchino erano ormai anziani e senza figli. Una condizione considerata, nella mentalità ebraica del tempo, segno di una maledizione divina. Quando Gioacchino si recò al Tempio per offrire doni, venne respinto dal sommo sacerdote perché non aveva prole. Umiliato, si ritirò tra le montagne, digiunando e pregando per quaranta giorni. Anche Anna, sola e afflitta, si affidò a Dio in preghiera. E fu a lei che apparve un angelo, annunciandole la nascita di una figlia che sarebbe stata conosciuta in tutto il mondo.
La nascita di Maria e l’iconico incontro alla Porta Aurea
Il racconto prosegue con la nascita di Maria. I genitori la accudirono con amore e, come promesso a Dio, la condussero al Tempio di Gerusalemme all’età di tre anni per consacrarla al servizio divino. L’iconografia orientale celebra il momento toccante del ricongiungimento tra Anna e Gioacchino alla “Porta Aurea” di Gerusalemme: un incontro simbolo di speranza e rinnovamento.
Un culto che nasce in Oriente e si diffonde in tutto il mondo
Il culto di Sant’Anna e San Gioacchino si sviluppò prima in Oriente: già nel VI secolo l’imperatore Giustiniano fece costruire una chiesa in onore di Anna a Costantinopoli. In Occidente la devozione crebbe più tardi, tra il X e il XV secolo, favorita anche dal rientro di reliquie dalle Crociate. Fu papa Gregorio XIII, nel 1584, a unificare la festa liturgica dei due santi al 26 luglio.
Nel tempo, Sant’Anna divenne una delle sante più amate, tanto da apparire nei mosaici di Santa Maria Maggiore e negli affreschi di Santa Maria Antiqua a Roma.
Patroni della famiglia, della maternità e dei mestieri artigiani
Anna, che custodì nel grembo la madre del Salvatore, è oggi patrona delle partorienti, delle madri di famiglia e delle donne che desiderano un figlio. In Bretagna è invocata per la raccolta del fieno, mentre in Germania è considerata fondatrice della “Santa Parentela” di Gesù. Il suo culto si estende anche ai mestieri artigiani: falegnami, tessitori, orefici, bottai, sarti e fabbricanti di tele e biancheria domestica.
San Gioacchino fu per secoli meno celebrato, ma oggi condivide con la sposa il giorno liturgico del 26 luglio.
Un messaggio che attraversa i secoli
La storia di Sant’Anna e San Gioacchino è la testimonianza di come, anche nell’umiliazione e nell’attesa, possa germogliare una speranza più grande. Nonostante il giudizio degli uomini, Dio li scelse per dare al mondo la Madre del Salvatore.
fonte: www.milanodavedere.it
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