Il caso in provincia, una studentessa presa di mira in particolare. La Procura: «Intimidazioni e frasi minatorie»
Intimidazioni, avvertimenti minacciosi e offese varie. Una professoressa di una scuola della provincia di Taranto, di 61 anni, aveva creato nella sua classe un clima di paura e insicurezza poco coerente con le esigenze della didattica e con il normale rapporto dialettico tra docente e alunni. Non era tenera con nessuno dei suoi alunni, ma aveva preso di mira in particolare una ragazzina che viveva in uno stato di ansia continua e di sconforto. La umiliava dicendole «Chi ti credi di essere, non fare la cervellona», «Non colleghi la lingua al cervello», «Sei una pappagalla». La mortificava così.
Gli insulti agli studenti, una giovane presa di mira
Stanchi di questa situazione i genitori della vittima preferita – che si sono costituiti parte civile- hanno presentato una denuncia alla procura di Taranto e il pm Vittoria Petronella ha chiesto il rinvio a giudizio della docente assistita dall’avvocato Gaetano Vitale. La ricostruzione della vicenda ha portato alla luce che la professoressa, accusata di maltrattamenti, utilizzava «turpiloquio per comunicare con gli alunni ovvero frasi minatorie quali: Adesso vi faccio vedere io la st….a che sono» e intimidiva la classe per evitare che riferissero ai genitori quanto accadeva dicendo: «Oggi vi mortifico, vi faccio vedere io come vi metto in soggezione, se vi sentite in soggezione fatevi una passeggiata».
L’alunna isolata dalla classe
Frasi in risposta soprattutto all’alunna presa di mira anche perché, di fronte al comportamento dell’insegnante, aveva osato dirle – è scritto nella richiesta di rinvio a giudizio – di «trovarsi in soggezione», che «doveva vergognarsi a dire quelle cose». A questo punto la ragazza era stata anche isolata dall’intera classe. Del comportamento della docente in aula e delle frasi rivolte agli alunni ne era a conoscenza anche la famiglia di un altro studente – costretto insieme ad altri due a sostenere interrogazioni ad occhi chiusi e con soli tre secondi per rispondere – che però non ha presentato denuncia. Proprio questo particolare potrebbe compromettere il procedimento. «Abbiamo sollevato una questione seria – avverte l’avvocato Vitale – che potrebbe annullare tutto. La procura non ha dato avviso agli altri genitori dal momento che i maltrattamenti erano nei confronti dell’intera classe, ma solo all’unico che ha presentato denuncia. L’incidente probatorio rischia di saltare, potrebbe essere tutto da rifare».
FONTE: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
Be the first to comment on "Taranto, le offese della prof agli alunni: «Non colleghi la lingua al cervello, sei una pappagalla». Denunciata, rischia il processo"